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30.3.10

NORDEST CAPITALE DELLA CULTURA

Il Festival delle Città Impresa 2010

Un Festival per raccontare le trasformazioni del Nordest e per riflettere sul suo futuro. Sono protagonisti i centri urbani, capoluoghi simbolo della trasformazione industriale avvenuta negli scorsi decenni e oggi modelli rappresentativi di un sistema in costante movimento perchè luogo di sperimentazione, assieme alle città simbolo della vita culturale.

Cliccate sul link in alto per il programma e sull'immagine per l'incontro, molto interessante, del 23 aprile sul valore dei libri, presso Grafica Veneta (zona Camposampierese);

ore 18:00
Interventi: Cesare De Michelis, presidente Marsilio Editori
Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il Libro e la Promozione della lettura
Fabio Franceschi, presidente Grafica Veneta
Chris Meade, co direttore dell'Institute for the Future of the Book

Modera: Stefano Salis, Il Sole 24 Ore

Approfondimento:
Il libro è una grande industria culturale che, assieme ai giornali, determina anche le leadership culturali e politiche a livello nazionale e internazionale. Case editrici, industrie di distribuzione, industrie tipografiche, autori sono indici per comprendere la forza di un territorio. E producono anche valore economico ed occupazione. Il Nordest possiede la sesta casa editrice del Paese, la prima industria tipografica, autori di primissimo piano ed è la prima area per numero di libri acquistati. Ma non ha una società di distribuzione né la coscienza del valore di questo mercato. Che nel frattempo sta cambiando anche attraverso la rapida, ed apparentemente inesorabile, diffusione degli e-book.

Mi sono già accreditata, così vi relazionerò.
M.

29.3.10

27 marzo PAROLE IN CORSO


La giornata di sabato è iniziata alle 8:30 del mattino con l'allestimento del banchetto dello Spritz Letterario. Molti i curiosi attratti dal nome e dal logo, domande e chiacchiere per conoscere l'associazione che si trova nei bar della città. Pur con qualche (grosso) problema di organizzazione, non dovuto a noi evidentemente, siamo riusciti a presentare gli autori che avevamo invitato: Marco Franzoso con "Ragazze del Nordest" (ed. Marsilio) è stato molto disponibile, un vero piacere fare due chiacchiere con lui, una persona vera e lo ha dimostrato durante l'intervista.
Nel pomeriggio abbiamo avuto alle 16:00 (con ritardo di 40 minuti per ritrovare microfono e sedie!) Laura Liberale con "Tanatoparty" (ed. Meridiano Zero), la festa della morte, romanzo d'esordio nella narrativa, argomento difficile da trattare a quell'ora ma l'autrice è riuscita a calamitare l'attenzione del pubblico con l'originalità della trama. Alle 17:00 (in realtà molto dopo!) l'attesissima Leonora Sartori con "La forma incerta dei sogni" (ed. Piemme), anche qui un'opera prima della giornalista vicentina che, tra passato e presente, narra la storia di una bambina e dell'adesivo incollato dai genitori accanto al suo letto. Salviamo i 6 di Sharpeville c'era scritto e raffigurava 5 uomini ed una donna di spalle con le mani legate. La protagonista, diventata grande, vuole andare in Sudafrica a vedere questi 6 finalmente negli occhi, a conoscere quelle persone che il padre definiva eroi. Un successo meritatissimo di vendite.
Tutti noi ci siamo sinceramente divertiti ed abbiamo respirato libri e passione per la scrittura.
Alle 19:30, dopo aver dismesso il banchetto, ci siamo bevuti il meritato spritz!
Alla prossima e grazie a tutti, davvero.
M.

23.3.10

FLASH MOB il 26 marzo a Vicenza con noi!


Ringrazio Emma, dello Spritz Letterario, per la generosa partecipazione all'acquisto di libri da regalare in occasione del Flash Mob di venerdì prossimo.

Sono stati scelti soprattutto titoli classici cosiddetti "intramontabili", per far capire la qualità letteraria a dispetto di parole stampate che durano, nella memoria dei lettori e negli scaffali, poco più di un mese. Perchè un vero lettore fonda le sue radici nel classico, non per uno status o per spocchiosità intellettuale, ben sì per la qualità che attraversa il tempo senza scalfiture.
Vi sorprenderà l'attualità de Il Rosso e il Nero, di Anna Karenina e molti altri.
Non sono "libri a metro", ma metri di percorso nell'esperienza umana.

15.3.10

SE NIENTE IMPORTA, di J. S. Foer

Un libro tra inchiesta e riflessione filosofica
"Vi racconto cosa vuol dire mangiare gli animali"

di GIUSEPPE CULICCHIA - La Stampa


Se niente importa, il nuovo libro di Jonathan Safran Foer. Stavolta non si tratta di un romanzo, ma di un ibrido capace di comprendere il racconto autobiografico e l’inchiesta giornalistica, la riflessione filosofica e la testimonianza. Ed è un ibrido che parla a ciascuno di noi, invitandoci a interrogarci sulle nostre scelte alimentari. A partire dal sottotitolo: Perché mangiamo gli animali?

Mr. Foer, che cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
«Credo che molti di noi non si pongano il problema di ciò che arriva in tavola. Non che non gliene importi. Preferiscono non farlo. Io ho capito di volerlo fare dopo la nascita di mio figlio. E più approfondivo le mie ricerche, più mi rendevo conto che ciò che stavo scrivendo aveva sì a che fare col dolore e la sofferenza degli animali, ma anche con altre cose: la qualità dell’acqua che beviamo e dell’aria che respiriamo, gli antibiotici che assumiamo senza saperlo, il riscaldamento globale, la fame nel mondo. Mangiare animali significa toccare tutte queste questioni. Che riguardano ciascuno di noi, e il futuro dei nostri figli».

Dopo aver letto il suo libro, l’attrice Natalie Portman, vegetariana da vent’anni, è diventata un’attivista vegana, rifiutando anche uova e latte. Lei invece è stato criticato per non averlo fatto. Se l’aspettava?
«Io e la mia famiglia facciamo la spesa biologica nei mercati dei contadini e sappiamo da dove proviene ciò che mangiamo, ma diventare vegetariani è una decisione molto complicata. Posso capire che qualcuno sia rimasto deluso perché non ho fatto una scelta ancora più radicale, ma non credo serva a qualcosa dire: noi vegani siamo dalla parte della ragione, tutti gli altri no. Penso invece sia utile far riflettere la gente sul fatto che occorre ridurre i consumi. Sia per tutelare la nostra salute, sia per i danni che il nostro stile di vita arreca alla biosfera, e nel caso della carne anche per via delle sofferenze che arrechiamo agli animali. Ma non è una questione di identità. Si tratta delle scelte che facciamo ogni giorno. Noi abbiamo la possibilità di scegliere ogni volta che entriamo in un supermercato o al ristorante. Il problema a monte è che non sappiamo che cosa avviene nell’industria zootecnica».

Lei si è introdotto nottetempo negli allevamenti e ha visto che cosa sono oggi le fattorie americane. Ha denunciato non solo le terribili condizioni in cui vengono allevati gli animali e la crudeltà con cui li si uccide, ma anche il pericolo che deriva alla nostra salute a causa dei farmaci somministrati e delle spaventose condizioni igieniche. Quali sono state le reazioni dell’industria zootecnica del suo Paese?
«La cosa interessante è che non c’è stata alcuna reazione. Io mi aspettavo che dicessero: ehi, un momento, le cose non stanno come le hai raccontate. Oppure: guarda che ti sei sbagliato, dovevi informarti meglio. Invece, niente. Questo mi fa pensare che non abbiano argomenti, oppure che proprio non vogliano aprire un dibattito, perché farlo porterebbe la gente a non mangiare più carne».

Ha incontrato anche imprenditori nel settore dell’allevamento intensivo e semplici lavoratori. Qualcuno le ha detto che l’industria ha capito che per fare profitto gli animali malati sono più redditizi. Altri, che tornando alle fattorie rurali non si potrà mai sfamare un mondo con 10 miliardi di persone.
«Dal suo punto di vista, l’industria ha ragione. Ma non prende in considerazione che si possa mangiare meno carne, oppure qualcos’altro. Gli americani mangiano il doppio di proteine rispetto agli europei. Negli ultimi decenni il consumo di polli è aumentato del 150%. Ribadisco: noi consumiamo troppo».

Lei cita Derrida, che riguardo alla violenza su scala mondiale esercitata sugli animali dice: «Gli uomini fanno tutto ciò che possono per nascondere questa crudeltà». E ricorda Henry Ford, che imparò a montare le auto vedendo come nei mattatoi si smontavano le mucche.
«La questione centrale è che un animale non è un’auto: noi non mangiamo auto, e non le facciamo mangiare ai nostri figli. E la tragedia è che si pensa all’industria alimentare come se fosse una qualsiasi altra impresa capitalista. Invece non è così. Basti pensare a quanto precocemente oggi le ragazzine arrivano alla pubertà: con la carne assumono ormoni. Una delle persone che ho intervistato mi ha detto: “Usiamo i nostri figli come cavie”. È vero».

Lei cita anche Orwell, «Tutti gli animali sono eguali, ma alcuni sono più eguali degli altri», e pone una domanda scomoda: che scusa possiamo avere per risparmiare i cani e mangiare gli altri animali?
«In realtà non c’è alcuna vera ragione per risparmiare i cani e mangiare le mucche, o viceversa, se pensiamo a quanto accade altrove. Si tratta di decisioni arbitrarie. Tra un cane e un maiale non c’è molta differenza. I maiali sono affettuosi, giocherelloni e molto intelligenti».

Nel libro un’attivista per i diritti degli animali dice che entrando in un capannone di quelli dove sono stipati a strati decine di migliaia di polli si è vergognata di essere una persona. Le è capitato, mentre scriveva questo libro?
«Da parte mia non penso di poter dire a nessuno: ehi, tu, devi vergognarti. Ma ho scelto di essere me stesso, e di non dare i miei soldi a chi pratica l’allevamento intensivo. Un giorno potrò raccontarlo a mio figlio. Tutti noi abbiamo questa possibilità: scegliere di raccontare certe storie ai nostri figli anziché altre. I libri per bambini sono pieni di animali, e i bambini prima o poi chiedono sempre ai genitori: perché li mangiamo?».

"Se niente importa"
Jonathan Safran Foer è nato a Washington nel 1977 e vive a Brooklyn con la moglie (la scrittrice Nicole Krauss) e il figlio Sasha.
Si è rivelato nel 2002 con il romanzo Ogni cosa è illuminata, seguito tre anni dopo da Molto forte, incredibilmente vicino.

8.3.10

RIFLESSIONI SULLA LETTERATURA


CHE COS'E' LA LETTERATURA?
Jean Paul Sartre
Ed. Il Saggiatore Tascabili
€15,00

Un saggio sulle più importanti riflessioni sulla letteratura, lo scrittore ed i suoi lettori, scritto nel Novecento dal padre dell'esistenzialismo

Poichè i critici mi condannano in nome della letteratura senza mai dire che cosa intendiamo per letteratura, la risposta migliore sarà esaminare l'arte di scrivere senza pregiudizi. Che cos'è scrivere? Perchè scrivere? Per chi? In realtà pare che nessuno se lo sia mai chiesto.
(quarta di copertina)