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30.3.12

DA LEGGERE!

Luciano, un nostro spritzato ha così commentato il libro
 
Hai mai fatto parte della nostra gioventù?
di Massimiliano Santarossa
Ed. Baldini Castoldi Dalai 
 
 
Ecco, la prima evidenza del libro è lo stile, con esplosioni continue di frasi brevi. quasi un andamento "rap". Nella mia stratigrafia culturale mi è sembrato di scorgere uno stile "espressionista", sempre concitato, tipo Toller, Kaiser, autori oramai sepolti nella storia libresca della letteratura. Il dato stilistico, efficace perchè supportato da osservazioni puntuali, perdura per tutto il libro e questo, a mio parere, può far pensare ad una scelta formale volontaristica. Le situazioni si presentano sempre con l'angolatura parziale, ipercritica su tutto. Non cè spazio per una pur naturale pausa alla estrema tensione polemica.
E per il contenuto? Non posso giudicare, non conosco quel mondo, posso solo con fatica immaginarlo. Le facce che ho visto al Sert in attesa del metadone mi sono quasi sempre sembrate il risultato di una acquiescenza estrema al consumismo, ottusa e quasi cieca. Ma è difficile onestamente esprimere opinioni sulla base di impressioni. Una volta ero al tribunale per ragioni di ufficio, ho intravisto un giovane carabiniere che teneva a catena un giovane imputato in attesa del processo: erano uguali, stesa espressione limpida e leggermente annoiata. E' l'intercambiabilità dei destini che mi spaventa e mi fa avere dei rimorsi.
Però alla fine ho letto che l'autore del libro ha la sua bella famigliola e mi è sembrato un Pinocchio tornato bravo bambino.
E il Nord Est? 
Terribile anche se alla fine mitizzato.

27.3.12

SANTAROSSA: UN MASSIMILIANO E UNO SPRITZ

Massimiliano Santarossa è di Pordenone. 
Scrive romanzi.
Per Biblioteca dell'immagine ha pubblicato: Storie dal fondo (2007) e Gioventù d'asfalto (2009).
Nel 2010 pubblica con Baldini Castoldi Dalai: Hai mai fatto parte della nostra gioventù? e nel 2011 Cosa succede in città.

 Ha vinto nel 2008 il premio letterario "Parole Contro" e nel 2009 ha ricevuto la menzione speciale del premio "Tracce di Territorio".
Dal 2009 i suoi libri sono rappresentati a teatro dalla compagnia teatrale di "Arti e Mestieri". Scrive per il Messaggero Veneto.

A metà maggio sarà ospite dello >>> Spritz con Autore <<< 

[Avviso a tutti gli spritzati: c'è tutto il tempo per leggerlo!]




Il 28 agosto 2011 abbiamo parlato di lui:

"Hai mai fatto parte della nostra gioventù?" (Baldini Castoldi Dalai)
Romanzo che finalmente non teme di dire la verità sul Nord Est, luogo soprattutto mentale, che troppo spesso copre i suoi misfatti con il velo del buonismo cattolico.

Io sono il Vez. E questa è la storia di settantadue ore trascorse sull’asfalto del Nordest. Ho camminato e vissuto assieme a Nic, Giò e Mike. Uniti come fratelli di strada. Noi siamo la cerniera tra l’inferno e il mondo. Andiamo con sbandati, drogati, puttane, spacciatori. E stiamo anche con voi. Solo che non sappiamo più cosa è peggio e cosa è meglio. Tu hai mai fatto parte, almeno una notte, della nostra gioventù?
Nel link allegato c'è una costruttiva, nonché condivisibile, riflessione sul perché i giovani autori del Nord Est non abbiano il coraggio di scrivere della verità. AFFARI ITALIANI.IT (del 4/01/2010)

Secondo voi i giovani scrittori hanno il coraggio necessario per dire tutto ciò che gli altri tacciono?

14.3.12

DAL SEMINTERRATO DI UNA BIBLIOTECA...

LA CUSTODE DI LIBRI
di Sophie Divry
Einaudi- Stile Libero Big
€10,00
Traduzione di Giusi Barbiani
**** per amanti dei libri in senso fisico

Sophie Divry, opera prima: un gioiellino

...a tutti coloro che avranno sempre meno problemi a trovare un posto in biblioteca che in società dedico questo divertissement...

Non è per niente facile essere una bibliotecaria di provincia. Specie se ti hanno assegnato alla sezione geografia, quella nel seminterrato. Non c’è neppure un po’ di luce, laggiù, e non si può dire che sia una zona particolarmente frequentata. Eppure anche lì c’è chi, in mezzo agli scaffali ordinatissimi, ha trovato la propria dimensione d’esistenza...
La donna che parla (tanto) in questo libro non ha nome, ma ha personalità da vendere: idee precisissime sul suo lavoro, sui libri e i loro autori, sugli uomini, sulla letteratura e la sua lotta con la cultura di massa.
Basta aprire il libro per avere un’idea del suo caratterino: nei panni del suo sventurato interlocutore, in un attimo ci ritroviamo seduti con una tazza di caffè troppo forte in mano, e non abbiamo il tempo di arrivare in fondo alla prima pagina che questa custode di libri (che con i libri lotta, litiga, si cura e si consola) ci ha già travolti con il suo irresistibile monologo. Che è fatto di episodi minimi, quelli che lei vede accadere nel microcosmo del seminterrato, di memorie, di aneddoti gustosi sulla storia delle biblioteche (sapete chi è Melvil Dewey? Avete mai sentito parlare della «Mazzarina»? e di Eugène Morel?), di citazioni, confessioni, lamentele, slanci di entusiasmo e di rabbia.
E più la stiamo ad ascoltare, più ci rendiamo conto che questa bibliotecaria quasi invisibile, querula e polemica e ormai non più giovanissima, sta cercando soprattutto di custodire se stessa. Di proteggersi, perché nessuno possa ferirla ancora.
«La biblioteca è l’arena in cui ogni giorno si rinnova la lotta omerica fra i libri e i lettori», dice a un certo punto la protagonista. Per lei, però, è molto di più: è l’arena in cui ogni giorno manda a combattere le proprie speranze e le proprie delusioni, e dove l’inclinazione alla rinuncia si trasforma, pagina dopo pagina, in una voglia incontenibile di amore. 
«La custode di libri è un autentico gioiello, – ha scritto Darwin Pastorin su gli Altri. - Un monologo ironico, divertente, colto, sul piacere di stare con i libri e tra i libri. Sophie Divry ha talento, stile, intuizione, sa come maneggiare gli aggettivi… lascerà il segno, vedrete, nella letteratura».

QUI un'estratto.

8.3.12

PAOLO ZARDI, NEO-ICONOCLASTA

Per noi: **** un vero peccato perderlo!

Con "La felicità esiste" (ALET-ICONOCLASTI)
Paolo Zardi ci guida nel mondo di un uomo fragile, che ha perso ogni speranza di redenzione, che non ha fiducia in sé e nel mondo. Un uomo che usa le donne come le sigarette: una dopo l'altra le fuma e le getta, fino a che...
 Romanzo d'esordio per Zardi (non nuovo alla scrittura), con un titolo che inzia con un punto di domanda e termina con un punto esclamativo.

Uno stile secco, che asciuga l'anima. L'approccio iniziale è quasi disgustoso, ma con lo scorrere delle pagine, senza rendersene conto, il punto di vista cambia e noi con lui, dritti all'orizzonte dove sorge una nuova felicità.

Lo presentiamo alla libreria DO RODE di Vicenza,  

martedì 13 marzo alle ore 18:30.

5.3.12

A VERONA CON AMÉLIE NOTHOMB

Abbiamo esaurito tutte le copie di "Uccidere il padre" (Voland)!
E checchè ne dicano i più saccenti, Amélie mi ha detto che il suo cognome si pronuncia tutto,
MB comprese! Ecco alcune foto per i più feticisti ;) Quello striscione adesso ha la sua dedica!