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17.11.09

Incipit - LE CARTE DELLO SPRITZ - A. Rasile

«Modesto, sa che le sue mani sono più calde di una stufa?»
Mago Alvarez tirò verso di sé le mani del suo cliente, le circondò con attenzione, le percorse con le sue piccole dita, allontanò e avvicinò più volte il palmo della sua mano per valutare la presenza di qualche influsso magico proveniente da quegli arti. Poi, annuì.
«Sì. Sì. Emanano proprio calore. Ha mai pensato di fare il pranoterapeuta?»
Modesto osservò i calli sulle sue mani.
«Pranoterapeuta! Ragazzo mio. Ci dovrebbe pensare, lei potrebbe far soldi con la sola imposizione delle mani sul corpo di una persona», concluse l’indovino facendo finalmente accomodare l’uomo in compagnia della donna nel suo studio.

Modesto e Roberta erano fidanzati e quel pomeriggio nell’ufficio di Mago Alvarez c’erano andati per farsi leggere le carte.
In realtà, quella dei due che credeva alla predizione dei tarocchi era la ragazza. Modesto, invece, era piuttosto scettico nei confronti di quelle “stupide credenze”, ma quel pomeriggio era stato proprio lui ad per sapere cosa avrebbero detto le carte.

L’interesse per i tarocchi era roba vecchia per Roberta. Per un periodo della sua vita, si era pure dedicata al loro studio finché le era stata rubata la borsa con i suoi Arcani preferiti.
Perdere i tarocchi può avere conseguenze nefaste, per chi ci crede!
Così, cercando qualche rituale per riappacificarsi con i propri Arcani era finita in una Fiera della Cartomanzia e dell’Esoterismo incappando in Modesto che, dal canto suo, cercava, invece, solo una donna con cui passare la sera.
Quell’incontro portò ad entrambi un certo sollievo. A lei, per aver trovato la ragione del furto dei suoi tarocchi. A lui, per aver incontrato, finalmente, due gambe da urlo sotto una minigonna!
Fu quando la ragazza gli disse: «Ma come, vuoi fare l'amore con me quando non abbiamo ancora consultato le carte?» che Modesto capì in che vicolo cieco era andato a ficcarsi.
Lui era così, se c’era un problema ci si piantava dentro come un chiodo su una trave di legno. Ma nonostante ciò, quel pomeriggio, in quella assurda fiera, due punti erano chiari per Modesto.
Primo.
A lui, Roberta piaceva.
Secondo.
Sapeva di avere un gran senso pratico ereditato dal ramo maschile della sua famiglia insieme ad un paio di orecchie a sventola.
Così, il problema di far l’amore con quella donna, lo risolse brillantemente portandola da Mago Alvarez.

Josè Maria Alvarez Gran Maestro di Alta Magia, conoscitore di antichi e potenti rituali magici brasiliani ed egiziani, sensitivo e cartomante, non si limitava a leggere i tarocchi come chiunque altro indovino. Come era scritto sui volantini che lo reclamizzavano alla Fiera:
Il chiaroveggente può solo vedere, il telepatico può percepire solo le onde mentali, il medium può mettersi in contatto con entità disincarnate, il rabdomante può solo trovare l'acqua, Mago Alvarez ti accompagnerà nel tuo futuro con tutti i sensi.

Ed era vero! Quel pomeriggio, Modesto e Roberta scoprirono, che tra le mani di quello sconosciuto indovino, gli Arcani Maggiori si potevano trasformare in oracoli in carne e ossa per guidarli tra i meandri dell’imperscrutabile, srotolando il loro futuro come un gomitolo di lana.
Inoltre, Mago Alvarez, oliato opportunamente, era capace di far dire alle carte qualunque cosa uno desiderasse. Cosa che fu molto apprezzata da Modesto!
La lettura dei tarocchi andò alla grande. Roberta ne fu entusiasta e appena fuori dalla fiera fecero all’amore. In uno scantinato. In piedi contro un muro, senza togliersi i vestiti di dosso. Riuscì così bene che Modesto si disse che in fondo quelle carte avevano proprio ragione, anche se truccate. E che, Mago Alvarez era meglio di Mago Merlino!
Questo era successo sei mesi prima ...

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