CONTATTACI => mail spritzletterario@libero.it - ufficiostampa.spritz@libero.it - spritz.poesia@libero.it - 338.2537578

24.1.13

WUH! - racconti della notte

WUH!
di Andrea Paolucci
Gorilla Sapiens editore
Collana: Caramella Acida

LIBRO
Una raccolta di racconti per esplorare il mondo della discoteca, con le sue luci e, soprattutto, i suoi punti d’ombra. Stralci di vite movimentate, sempre all’affannosa ricerca del puro divertimento, ma anche costrette a confrontarsi con realtà difficili. Con leggerezza e ironia talvolta pungente, Andrea Paolucci tratteggia a rapide e intense pennellate gli universi paralleli di ragazzi un po’ sbandati, ma a modo loro onesti e di buona volontà! Il tutto raccontato con un linguaggio sorprendente, preso dalla strada e lavorato con fantasia e originalità uniche.

Dalla quarta:
Ci sono amicizie difficili, soldi facili, strade di periferia e serate storte. E magari in una serata storta ti perdi tutto: gli amici i soldi la strada. Per ritrovarli andresti ovunque, prenoti un biglietto per l’universo. E parti alla velocità della luce strobo, viaggi sulla spinta propulsiva della musica tecno. L’universo è dentro una pasticca che vorticosamente ruota sulla lingua; e quella striscia di polvere bianca è senza dubbio la coda di una cometa. [...]


L'ABBIAMO LETTO E...
Andrea Paolucci sa come conquistare l'attenzione di un lettore. La prosa coinvolgente porta il lettore dentro la storia, nel puro sballo della droga. Paolucci è sincero, avvincente. Si riesce ad entrare nelle vicende, sembra quasi di provare tutta quella frenesia di una serata in discoteca: luci colorate, ammassi di corpi sudati, spacciatori poco raccomandabili, tossici in cerca di droga... Nell'estasi i personaggi ritrovano la loro dimensione. Seguono la musica, vanno oltre l'universo sensibile.  Essi agiscono di pancia. È l'istinto che li muove. La ragione prende la parola solo alla fine quando i giochi sono già stati fatti, quando tutto ritorna alla calma del giorno. 

In “Wuh!” la notte regna sovrana. I personaggi sono stelle comete: brillano per poi unirsi con l'oscurità che li ha generati. Sono universi che si aprono verso l'infinito, sono pianeti alla ricerca di nuove orbite da esplorare, sono il viaggio all'interno del caos della quotidianità. Riescono a cogliere il kairòs, l'attimo che fugge  con una paradossale dose di folle lucidità. “Wuh!” è esplorare il proibito, buttarsi nell'eccesso, cogliere la dilatazione dello spazio e   del tempo. Le luci della città si tuffano nella notte. La discoteca diventa il tempio del sacro e del profano in cui eccesso e peccato si mascherano, assumono forme diverse, danzano nel ballo delle apparenze. La Musica batte il ritmo del mondo, dei corpi eccitati, del sesso facile pronto a scatenarsi in pista. La musica tecno  unisce i vari racconti perché è lo sfogo, la rabbia, la voglia di liberarsi dal peso della vita quotidiana di questi personaggi. Ognuno cerca la sua libertà o come dice  Paolucci i suoi “paradisi personalizzati”, paradisi a volte costruiti con l'illusione della droga. Sono paradisi difficili perché hanno sfumature oscure. Perché dalla realtà non si può sfuggire ma bisogna affrontarla con coraggio e con volontà. Lo sanno bene Rick e Nico, i protagonisti del racconto “Cento e non più cento”, che,dopo essere riusciti a vendere la loro droga durante il party in discoteca, si accorgono che quella non è la loro vita. Essere arrestati dalla polizia è un incubo e la droga non dà potere ma solo incertezze sul futuro.

Sono trame avvincenti quelle intessute dall'autore. Strizzano l'occhio alla follia. Forse è per questo che piacciono. 
L'eccesso e l'oscurità attraggono. Ammaliano perché sono intrise di mistero. E il mistero è nascosto nell'angolo poco illuminato di un lampione. Il lettore può  partire insieme alla navicella dei folli. Può proseguire il suo viaggio per le strade impervie di una Roma ambigua, terribile ma, nello stesso tempo, affascinante. Esiste allora una morale dietro a tutte queste storie di frenesia e  sballo? La domanda trova risposta forse alla fine del libro quando Armando, un ragazzo abituato alle serate in discoteca, si va a confessare dal prete citando in causa Dio. Armando dice che “Dio vede ogni cosa e sa tutto, quindi, anche se mi passo le discoteche con un arsenale di droga e compagnia bella, sa pure che sono un bravo ragazzo. Almeno lo spero. I conti li farò con lui alla fine.” Armando si rivolge a Dio in modo personale ed intimo. Sa che, per espiare le sue colpe, non c'è bisogno solo di un prete e della sua benedizione ma anche di una riflessione sincera e vera nei confronti di se stesso. Un sé che, pur annebbiato dalla droga, cerca comunque di ritrovarsi anche nei meandri oscuri e nelle strade difficili che la vita ci porta ad affrontare. È un Io che deve ritrovare la sua autenticità anche se persegue la via sbagliata. Le pecorelle smarrite possono ritrovare la luce. Non è forse questo il messaggio cristiano?

Unico lato che forse è stato trattato marginalmente nel libro è la difficile condizione dei tossicodipendenti. È facile cascare nel tunnel della droga ma è molto difficile uscirci. Sarebbe stato bello raccontare le disavventure, le difficoltà che provano quei ragazzi nel cercare di superare lo scoglio della dipendenza.  In “Wuh!” quello che manca è forse una storia di speranza, di rivalsa, di indipendenza dalle sostanze stupefacenti. Si può vivere anche senza. Ci si può “fare di vita” e di entusiasmo. Per il resto Paolucci è un abile scrittore. Attendiamo con curiosità il suo nuovo lavoro.

                                                                                                                                    Jader G.






Nessun commento: