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9.2.12

VOCI DI CORRIDOIO... DI LEGNO

Giorgio Manacorda, ancora lui, allora siamo salvi!

Aveva il padre partigiano ed era amico di Pasolini, ma questo è gossip inutile e sterile, fecondo è il suo primo romanzo

IL CORRIDOIO DI LEGNO (Voland)
A voi un'altra recensione...

Un libro colmo di sapienza. Non solo per la competenza che dimostra lo scrittore nel maneggiare la materia narrativa, ma soprattutto per la qualità del linguaggio che rimane sempre a un livello molto elevato, intriso di poesia pura- non a caso l'autore è poeta.
L'io narrante è un poliziotto che, tornando a Berlino per un'indagine, rivisita i luoghi della propria giovinezza, in particolare il collegio in cui aveva studiato. I ricordi e le ricerche si mescolano, i suoi compagni di scuola sono tornati in Italia finendo poi nella lotta armata, due di loro, i fratelli Andrea e Silvestro sono l'oggetto delle ricerche, che diventano un'indagine soprattutto psicologica: quale male interiore li ha portati alla violenza? Quanto hanno contribuito le violenze di quegli anni, il bullismo estremo, a formare le durezze di Silvestro che diventerà capo di un manipolo di terroristi? Quanto la vita di collegio ha segnato le debolezze di Andrea, solitario intellettuale oggetto degli sberleffi dei compagni? Il poliziotto ritrova le lettere di Andrea e il diario di quegli anni caotici e confusi e da tali documenti escono molte verità sulla solitudine, sulla malattia del corpo e sulla sofferenza dell'anima, sulle divergenze di visione del mondo dei due fratelli, sulle rivalità per una donna che diviene oggetto indiretto del loro contendere.
Se è vero che nella parte centrale del romanzo gli eventi si ingarbugliano un poco a scapito della limpidezza narrativa, rimane costante però la fascinazione di pagine e pagine di Letteratura vera e propria, con un ritmo narrativo morbido e spiazzante, creato dal linguaggio che è il fulcro pregevolissimo del romanzo.

STORIA ****

STILE *****

COPERTINA ****
di Paola C

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