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30.3.12

DA LEGGERE!

Luciano, un nostro spritzato ha così commentato il libro
 
Hai mai fatto parte della nostra gioventù?
di Massimiliano Santarossa
Ed. Baldini Castoldi Dalai 
 
 
Ecco, la prima evidenza del libro è lo stile, con esplosioni continue di frasi brevi. quasi un andamento "rap". Nella mia stratigrafia culturale mi è sembrato di scorgere uno stile "espressionista", sempre concitato, tipo Toller, Kaiser, autori oramai sepolti nella storia libresca della letteratura. Il dato stilistico, efficace perchè supportato da osservazioni puntuali, perdura per tutto il libro e questo, a mio parere, può far pensare ad una scelta formale volontaristica. Le situazioni si presentano sempre con l'angolatura parziale, ipercritica su tutto. Non cè spazio per una pur naturale pausa alla estrema tensione polemica.
E per il contenuto? Non posso giudicare, non conosco quel mondo, posso solo con fatica immaginarlo. Le facce che ho visto al Sert in attesa del metadone mi sono quasi sempre sembrate il risultato di una acquiescenza estrema al consumismo, ottusa e quasi cieca. Ma è difficile onestamente esprimere opinioni sulla base di impressioni. Una volta ero al tribunale per ragioni di ufficio, ho intravisto un giovane carabiniere che teneva a catena un giovane imputato in attesa del processo: erano uguali, stesa espressione limpida e leggermente annoiata. E' l'intercambiabilità dei destini che mi spaventa e mi fa avere dei rimorsi.
Però alla fine ho letto che l'autore del libro ha la sua bella famigliola e mi è sembrato un Pinocchio tornato bravo bambino.
E il Nord Est? 
Terribile anche se alla fine mitizzato.

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